martedì 11 marzo 2014

In principio - Tra cavalli e cicogne

I ricordi si confondono, non c'è mai certezza quando si racconta il passato.

Il primo ricordo, qual era? Il confine tra Germania e Polonia, appena superata Berlino? All'epoca, 15-20 anni fa, c'erano ancora le frontiere e ce ne voleva di tempo per ispezionare il furgone di mio padre. Una montagna di roba nel senso letterale del termine, e almeno tre figli pronti a zompare sui sedili, altro che sull'attenti.

Il primo ricordo, qual era? Casa di mia nonna a Łobez? Ricordo che mi sembrava grande, come tutte le cose agli occhi di un bambino, ma tanto grande non era: i letti non c'erano, erano o divani-letti o poltrone-letto. Forse un letto, uno singolo, ora che ci penso c'era, ma la stanza era talmente piccola - sì, piccola anche agli occhi di un bambino - che sistemando un paio di cuscini dietro la schiena veniva usato come divano. L'appartamento di mia nonna si affacciava sulla piazza del paese, piazza che ricordo con san pietrini neri, ma che su Google Maps non trovo. Non trovo nemmeno una palazzina alta, chissà, magari aveva solo quattro piani. Le scale mi sembravano infinite...

Łobez non aveva nulla di particolare, eppure nella sua semplicità mi piaceva. A parte le giostrine, c'era verde ovunque, fiumi e laghi ogni tre passi. C'era anche un gelataio, una sorta di must ogni qualvolta uscivo di casa, che vendeva dei coni semplici, come quello alla vaniglia di McDonald's. Aveva un unico gusto, e forse costava meno di 500 lire. Sì, c'erano ancora le Lire, in Italia, e gli Złoty in Polonia.

Tra Łobez e Stettino (Szczecin in polacco), città dove abitava mia zia e dove mia nonna poi si è trasferì per occuparsi dei nipoti, non c'erano autostrade. Era quasi un'unica lunga linea che si intersecava con la ferrovia di tanto in tanto. La maggior parte del mio tempo, quando la percorrevamo, lo passavo con gli occhi al finestrino per osserva cavalli e vacche pascolare, ed inoltre, e ciò continua a stupirmi, guardarvo i tralicci delle corrente perché in cima numerose cicogne vi avevano costruito i loro nidi. Immaginatevi un bambino che guarda le cicogne... da dove vengono i bambini?

Il ricordo, forse il più felice, di sicuro non era il primo. Vicino Łobez, su una collina di fronte a un lago, c'era un casale e una stalla per cavalli. I miei genitori ogni anno mi ci portavano, lasciandomi lì per una o due settimane, infatti quel posto era una specie di centro estivo, dove l'unica attività davvero importante era andare a cavallo, il resto era secondario. C'era un casale a due piani, e accanto una stalla. Noi bambini abitavamo sopra il casale con il figlio dei padroni, che abitavano sotto, vicino alla cucina.

A 10 anni mi ritrovai a cantare una canzone di Laura Pausini con il figlio dei padroni di casa, Alan si chiamava, una specie di Leonardo Di Caprio. Lì ho scoperto anche i Backstreet Boys - che infanzia traumatica... - e quasi subito li ho dimenticati.

La mattina pulivamo i cavalli a suon di spazzolate - Melissa P., t'insegno io! - poi andavamo a cavallo, sia nei boschi che nei percorsi con gli ostacoli. Infine, quando il tempo era clemente, ci tuffavamo nel lago. Non so se è un ricordo o se me lo sto inventando: Alan nuota, attraversa il lago, riemerge dall'altra parte e una ragazza lo attende. In quel momento l'ho ammirato ancor di più, anche se continuava sempre a lamentarsi che gli rovinavi i cavalli con la nostra andatura da mocciosi, e che quindi era costretto a farsi prestare i cavalli dal vicino per andare a gareggiare.

Un ricordo un po' infelice c'è: l'ultima volta che andai a cavallo. Forse era un sabato, me ne stavo spavaldo su un cavallo nero come la pece. Affrontavo gli ostacoli con eleganza, più e più volte. Ancora qualche salto e l'avrei riportato alle spalle. Pensavo d'aver stretto bene le gambe, analizzando il tutto negli anni che venirono, evidentemente non era stato così: saltai e volai via, a sinistra, in alto, su un barile di ferro che serviva a reggere l'ostacolo. Un dolore lancinante che mi attraversava tutte le costele e poi mi venne un livido, come una mezza luna, su tutta la parte sinistra della cassa toracica. Da quel giorno non ebbi più le palle di saltare. Dal giorno dopo, quando vennero a prendermi i miei genitori, sul cavallo ci salii. Andavo al trotto, poi al galoppo, ma arrivato all'ostacolo svoltavo bruscamente. Uno, due, forse tre volte. Poi mi sono arreso. Sono sceso da cavallo per non risalrci mai più.

PS: se cercate in giro informazioni su Łobez non ne trovate. L'unico pregio di questo paese, che comunque per me ne ha molti, è stato quello di veder crescere Miss Polonia 2008. Una ragazza che, se ho capito bene, vinto il premio è poi tornata all'università, a Stettino.

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