venerdì 14 marzo 2014

La gatta di Varsavia

Io sono uno di quei malati di libri che appena vedono un testo che ha a che fare qualcosa con la Polonia, pensano: Lo compro. Così è andata con La gatta di Varsavia, e non è che i gatti mi stanno proprio simpatici, ma la parola "Varsavia" nel titolo era troppo forte, risplendeva. Poi ho controllato chi era l'autrice, Slavenka Drakulić, ed ho visto che era croata; lì ho chiuso un occhio ricordami di un'amica conosciuta a Cracovia, papà croato e mamma polacca, che mi stava proprio simpatica. Poi ho visto che l'autrice risiede in Svezia; due pensieri su un amico mezzo svedese e mezzo italiano, et voilà, ho comprato l'eBook, che oggi è in offerta a 1,99 € invece di 4,99.

Cosa racconterebbero un cane, una gatta, un topolino, una talpa, un pappagallo, un corvo, una maialina e un orso della loro vita sotto il comunismo? Charlie, un cane romeno, rilascia un'intervista alla stampa lamentando come la distruzione del centro storico di Bucarest ordinata da Ceausescu per costruire la "Casa del Popolo" abbia gettato per strada due milioni di randagi. Bohumil, un topolino di Praga, accompagnando un parente nella visita al museo del comunismo, gli spiega i motivi della caduta del regime e il valore di ciò che il museo rappresenta. Una "creatura di origini feline" scrive al pubblico ministero che deve processare Jaruzelski per i suoi crimini nell'era comunista, chiedendo di poter testimoniare a favore del generale. Il racconto della leggenda del muro di Berlino è affidato a una talpa appassionata di archeologia. Il pappagallo Koki, appartenuto al maresciallo Tito, definisce il suo padrone "un comunista di gran classe". Un orso ballerino di nome Tosho racconta la propria storia e quella del popolo bulgaro. Sono solo alcune di queste singolari voci che a più di vent'anni di distanza dalla caduta dei regimi comunisti in Europa si interrogano - a modo loro - su democrazia e capitalismo, giustizia sociale e responsabilità collettiva, cercando di interpretare quella storia per capire le ragioni dell'oggi.

Acquista l'eBook su Amazon o su BookRepublic.

PS: forse c'è stato anche il pensiero: Baldini&Castoldi è una casa editrice appena risorta (era fallita), finanziamola un pochino.

PPS: forse c'è stato anche un pensiero collegato a quello che sta combinando Putin questi giorni

Post pubblicato anche su: www.libriqui.it/2014/03/la-gatta-di-varsavia.html

mercoledì 12 marzo 2014

I miei periodi in Polonia dal 2010 ad oggi

Non mi piace utilizzare la parola "autorevolezza", ma questo post è solo per dimostrarvi che ho un po' di autorevolezza quando parlo della Polonia, per dimostrarvi che ci sono stato più e più volte. Quindi vi elenco un po' di date, in particolare gli ultimi anni. Poi procederò alla stesura di post di interesse maggiore per tutti.

Prima del 2010 in media sarò stato in Polonia 3 settimane l'anno, tutti gli anni. Di solito sempre le ultime 3 settimane di agosto.

Lasciate perdere il fatto che avevo i capelli
lungi, questo posto è stupendo: miniera di sale, Wieliczka
Agosto 2010. Ero appena atterrato a Roma dopo una vacanza con gli amici a Barcellona e neanche 24 ore ed ero già in volo per Berlino. Atterrato, due ore di macchina con mio zio polacco, ed ero a Stettino. 5-7 giorni lì e poi 12 ore di treno fino a Cracovia (Kraków in polacco) dove ho studiato a spese dello stato polacco. Lì c'ero io ed una cinquantina di altri mezzosangue (persone con mamma o papà polacco). Come potete immaginare, lì ho perso la testa per una ragazza stupenda, che ancora oggi continuo a sentire. Ma ho perso anche la testa per Cracovia, che città!

Agosto 2011. Innamorato di Cracovia, ci sono tornato per una settimana con due amiche, Francesca e Alessia. Soprattutto la prima, si è innamorata anche lei della città - la seconda non ha retto i ritmi... E poi, dopo una settimana a Roma, mi sono spostato a trovare i parenti a Stettino, dove Marco, che avevo raccattato a Berlino, mi ha raggiunto e insieme abbiamo fatto un salto a Świnoujście. Poi lui è tornato a Roma e io di nuovo a Cracovia, dove era venuti a passare le vacanze con me tre amici: Daniele, Valerio e Gabriele.

Settembre-novembre 2011. Mi sono trasferito a Cracovia insieme a mio cugino Luca. Ci sono rimasto sino al 14 novembre, data in cui sono tornato a Roma con Marco, che mi era venuto nuovamente a trovare. Nel frattempo avevo fatto il mio primo salto a Varsavia (Warszawa in polacco) a trovare un amico, Giulio, che faceva l'Erasmus lì sotto mio consiglio. Che nottata, quella.

Luglio 2012. L'ultima settimana di luglio io, Marco, Giulio, Giovanni, Stefano S, Stefano P e Sergio siamo atterrati a Poznań per poi trasferisci a Sopot, dove ho avuto modo di innamorarmi del posto (Danzica, Gdańsk in polacco, compresa) e ovviamente delle ragazze (questo è scontato).

Settembre 2012. In soli 4 giorni ho girato Cracovia (da amici), Varsavia e Białystok, dove c'era un tipa conosciuta a Sopot.

Ottobre 2012. Di nuovo 4 giorni, di nuovo Varsavia e Białystok, immaginatevi il perché.

Novembre 2012. A Varsavia con il sopracitato Marco. Lì son venuti a trovarci da Cracovia Francesco e Sherif. Chissà perché non sono andato a Białystok...

Febbraio 2013. Dieci giorni in Polonia indimenticabili. Prima da una ragazza a Cracovia, ma anche una notte da Francesco, che se non lo cito s'offende ;) poi ho dormito a Poznań da Gosia (anche lei conosciuta a Sopot), in seguito a trovare i parenti a Stettino.

Marzo 2013. 4 giorni dalla ragazza incontrata il mese prima.

Aprile 2013. Come sopra.

Maggio 2013. 7 giorni in Polonia passati insieme a Gosia, Magda e Giovanni a Poznań e poi a Cracovia solo con Giovanni. Lì è più o meno finita con la tipa dei precedenti viaggi a Cracovia.

Luglio 2013. Trasferimento a Danzica. In Italia avevo appena imparato a fare il pizzaiolo, e mi sembrava giusto andare all'estero a fare un po' di pratica (qui in pochi ti fanno lavora' o fare qualcosa che vada al di là del tagliare funghi, e lì è più divertente). Estate fantastica, indimenticabile. Ho fatto anche numerosi viaggi a Varsavia per trovare una tipa e poi mi sono trasferito lì per un paio di settimane prima di rientrare a Roma per un brutto motivo. Era il 14 novembre, quando son tornato, quella data mi perseguita.

Febbraio 2014. 7 giorni tra Varsavia (una tipa) e Poznań, dove ormai ho trovato una stanza tutta per me. C'era anche Giovanni a Poznan, e ce la siamo spassata con Gosia e Magda (non pensate male).

Marzo 2014. Torno in Polonia dal 18 al 30. Vi farò sape'.

martedì 11 marzo 2014

In principio - Tra cavalli e cicogne

I ricordi si confondono, non c'è mai certezza quando si racconta il passato.

Il primo ricordo, qual era? Il confine tra Germania e Polonia, appena superata Berlino? All'epoca, 15-20 anni fa, c'erano ancora le frontiere e ce ne voleva di tempo per ispezionare il furgone di mio padre. Una montagna di roba nel senso letterale del termine, e almeno tre figli pronti a zompare sui sedili, altro che sull'attenti.

Il primo ricordo, qual era? Casa di mia nonna a Łobez? Ricordo che mi sembrava grande, come tutte le cose agli occhi di un bambino, ma tanto grande non era: i letti non c'erano, erano o divani-letti o poltrone-letto. Forse un letto, uno singolo, ora che ci penso c'era, ma la stanza era talmente piccola - sì, piccola anche agli occhi di un bambino - che sistemando un paio di cuscini dietro la schiena veniva usato come divano. L'appartamento di mia nonna si affacciava sulla piazza del paese, piazza che ricordo con san pietrini neri, ma che su Google Maps non trovo. Non trovo nemmeno una palazzina alta, chissà, magari aveva solo quattro piani. Le scale mi sembravano infinite...

Łobez non aveva nulla di particolare, eppure nella sua semplicità mi piaceva. A parte le giostrine, c'era verde ovunque, fiumi e laghi ogni tre passi. C'era anche un gelataio, una sorta di must ogni qualvolta uscivo di casa, che vendeva dei coni semplici, come quello alla vaniglia di McDonald's. Aveva un unico gusto, e forse costava meno di 500 lire. Sì, c'erano ancora le Lire, in Italia, e gli Złoty in Polonia.

Tra Łobez e Stettino (Szczecin in polacco), città dove abitava mia zia e dove mia nonna poi si è trasferì per occuparsi dei nipoti, non c'erano autostrade. Era quasi un'unica lunga linea che si intersecava con la ferrovia di tanto in tanto. La maggior parte del mio tempo, quando la percorrevamo, lo passavo con gli occhi al finestrino per osserva cavalli e vacche pascolare, ed inoltre, e ciò continua a stupirmi, guardarvo i tralicci delle corrente perché in cima numerose cicogne vi avevano costruito i loro nidi. Immaginatevi un bambino che guarda le cicogne... da dove vengono i bambini?

Il ricordo, forse il più felice, di sicuro non era il primo. Vicino Łobez, su una collina di fronte a un lago, c'era un casale e una stalla per cavalli. I miei genitori ogni anno mi ci portavano, lasciandomi lì per una o due settimane, infatti quel posto era una specie di centro estivo, dove l'unica attività davvero importante era andare a cavallo, il resto era secondario. C'era un casale a due piani, e accanto una stalla. Noi bambini abitavamo sopra il casale con il figlio dei padroni, che abitavano sotto, vicino alla cucina.

A 10 anni mi ritrovai a cantare una canzone di Laura Pausini con il figlio dei padroni di casa, Alan si chiamava, una specie di Leonardo Di Caprio. Lì ho scoperto anche i Backstreet Boys - che infanzia traumatica... - e quasi subito li ho dimenticati.

La mattina pulivamo i cavalli a suon di spazzolate - Melissa P., t'insegno io! - poi andavamo a cavallo, sia nei boschi che nei percorsi con gli ostacoli. Infine, quando il tempo era clemente, ci tuffavamo nel lago. Non so se è un ricordo o se me lo sto inventando: Alan nuota, attraversa il lago, riemerge dall'altra parte e una ragazza lo attende. In quel momento l'ho ammirato ancor di più, anche se continuava sempre a lamentarsi che gli rovinavi i cavalli con la nostra andatura da mocciosi, e che quindi era costretto a farsi prestare i cavalli dal vicino per andare a gareggiare.

Un ricordo un po' infelice c'è: l'ultima volta che andai a cavallo. Forse era un sabato, me ne stavo spavaldo su un cavallo nero come la pece. Affrontavo gli ostacoli con eleganza, più e più volte. Ancora qualche salto e l'avrei riportato alle spalle. Pensavo d'aver stretto bene le gambe, analizzando il tutto negli anni che venirono, evidentemente non era stato così: saltai e volai via, a sinistra, in alto, su un barile di ferro che serviva a reggere l'ostacolo. Un dolore lancinante che mi attraversava tutte le costele e poi mi venne un livido, come una mezza luna, su tutta la parte sinistra della cassa toracica. Da quel giorno non ebbi più le palle di saltare. Dal giorno dopo, quando vennero a prendermi i miei genitori, sul cavallo ci salii. Andavo al trotto, poi al galoppo, ma arrivato all'ostacolo svoltavo bruscamente. Uno, due, forse tre volte. Poi mi sono arreso. Sono sceso da cavallo per non risalrci mai più.

PS: se cercate in giro informazioni su Łobez non ne trovate. L'unico pregio di questo paese, che comunque per me ne ha molti, è stato quello di veder crescere Miss Polonia 2008. Una ragazza che, se ho capito bene, vinto il premio è poi tornata all'università, a Stettino.

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